“Relazione sull’ex discarica di Tegolaia”
Le analisi visive/olfattive sono alla base di moltissime valutazioni, anche ingegneristiche e medico specialistiche. In questo caso noi, certi dei nostri limiti e viste le poche risorse finanziarie, le abbiamo applicate alla valutazione dei liquidi sgorgati dalla discarica Tegolaia e sui terreni limitrofi.
Dopo vari sopralluoghi fatti da alcuni attivisti e consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Cavriglia, abbiamo filmato e fotografato una situazione allarmante, se non altro nella metodologia di conservazione della ex discarica di Tegolaia.
Nel 2012 l’ex Sindaco Ivano Ferri affermò ad una giornalista: “La discarica è un nervo scoperto, ma è ben gestita”.
Da allora niente è stato fatto.

Stiamo parlando di un appezzamento di terreno di circa 60.000 metri quadri, dove sono stati conferiti fino ai primi anni novanta ben 400.000 metri cubi di rifiuti urbani dei vari comuni del Valdarno aretino e fiorentino.
La suddetta non ha un’adeguata copertura del terreno e con il normale deflusso dell’acqua piovana, che permea con il tempo i rifiuti, si carica di liquami inquinanti.
Non abbiamo rilevato una benché minima cartellonistica di attenzione o di divieto, che attesti l’effettiva pericolosità nell’esplorare una ex discarica attiva, ma solamente divieti di accesso alla strada principale; ciò evidenzia il lassismo dell’amministrazione verso i cittadini.
Inoltre, abbiamo verificato l’assenza di reticolato di delimitazione del terreno e la presenza di fauna autoctona e non, cioè tracce evidenti di cinghiali che usano il terreno per grufolare, portando alla luce i rifiuti e i canali di fanghi intrisi di percolato nei fianchi, usati dagli stessi come vasche per infangarsi e fare toilette; vi sono presenti anche aironi che beccano il terreno inquinato e fagiani intenti a riprodursi e covare.
Il sindaco Leonardo Dell’Innocenti o Sanni, in sede consiliare, dopo una domanda di un membro del Movimento 5 Stelle sulla reale situazione della ex discarica di Tegolaia, affermava che essa è un’enorme vasca di argilla, impermeabile e in sicurezza e che quindi, nel male, siamo stati fortunati.

Il suo percolato invece, fuoriesce in quattro/cinque punti: la parte centrale e quella a nord della ex discarica si immettono in un fosso perpendicolare ad essa, fosso che la percorre fino a due pozze di raccolta, qui si mescola con l’acqua “pulita” del fosso proveniente dal terreno sovrastante, adibito a fotovoltaico, questa confluisce poi in un torrente, che poche centinaia di metri dopo si immette in un canale cementato.
Interrogando l’amministrazione per informazioni in merito, ci hanno rassicurato sul tragitto del canale, che passando da San Cipriano, viene poi trasferito al depuratore di San Giovanni.
Ma, guardano alla parte est di Tegolaia, abbiamo purtroppo constatato attraverso la nostra indagine, che, sul suo crinale, si verificano ancora dopo venticinque anni dalla chiusura ufficiale e dalla sua dismissione, varie bolle di gas che dimostrano una sua recondita putrefazione e attività. In questa parte della ex discarica le amministrazioni precedenti e per continuità l’attuale, non hanno ritenuto pericoloso e quindi per deduzione necessario, un contenimento dei reflui percolati; essi vanno infatti a confluire, dopo una copiosa dispersione nel terreno circostante, in un rio che costeggia il campo fotovoltaico sottostante e il terrapieno, passando poi a sinistra della strada delle “Casacce” tra campi coltivati a olivi e vari orti anch’essi coltivati , irrorati anche con la suddetta acqua, per infine gettarsi in fondo ai tornanti della discesa di Vacchereccia nel suo relativo borro.
Quindi avendo appurato che una parte di percolato, a differenza di quanto aveva affermato il sindaco in sede comunale, inquina il suolo e il torrente, abbiamo verificato anche l’altro tratto della fuori uscita, che è visivamente molto più inquinante. Ebbene, dopo una lunga passeggiata tra campi incolti e boschi, costeggiando il canale solo a tratti cementato, siamo giunti alla strada che collega Cavriglia con Vacchereccia, qui si immette con altra acqua nel borro di Vacchereccia, inquinando perciò il successivo tratto fino alla sua immissione naturale nel fiume Arno.
Di fatto per tutti questi anni la popolazione, ignorando ciò, ha usato l’acqua del torrente per vari scopi (annaffiare l’orto , lavare ecc.) ed è stata quindi esposta a questi fluidi altamente inquinanti e tossici con esiti nefasti per la loro salute e per l’ambiente (esiti che dobbiamo verificare fino in fondo).
Ora, facciamo alcuni conti alla luce dei dati: con 60.000 metri quadri di superfice la normale piovosità del luogo si attesta sui 1000 mm annui a metro quadro, per cui nei venticinque anni dalla sua dismissione si sono generati milioni e milioni di litri di percolato inquinante e, anche se oggi risultasse dalle analisi del fluido che i valori rientrano nelle norme di legge, si è comunque fatto in modo, nel tempo, che il carico organico e inquinante si diluisse notevolmente e si disperdesse nell’ambiente.
Tenendo conto che non vogliamo creare allarmismi, ormai forse ingiustificati, ma soltanto informare le persone, ci chiediamo se moralmente non siano ancora imputabili quei soggetti che si sono sempre e continuano ad arrogarsi ecologisti convinti e ne fanno anche una loro bandiera, sventolando i magnifici risultati ottenuti ma tacendone molti altri.
Come fidarsi di persone che si sono fra loro avvicendate e che hanno fatto “carriera” nelle varie amministrazioni (consiglieri comunali diventati assessori, poi vice sindaci, poi sindaci e poi ancora consiglieri regionali) e che pur intuendo logicamente di inquinare, negli anni hanno continuato nei loro intenti (spalleggiati anche da limiti ridicoli imposti per legge)??
Oggi tutto questo, sta diventando per fortuna improponibile. Vi è infatti una nuova percezione ecologica nelle persone ed è sicuramente anche un nostro merito e una gratificazione per il lavoro del Movimento 5 stelle che sta facendo un gran bel lavoro in parlamento e nel territorio nazionale.”

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